Vittorio Marchese, violinista, si è diplomato non ancora diciottenne con il massimo dei voti presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano sotto la guida di Osvaldo Scilla.
Si è perfezionato con Vadim Brodsky, Franco Gulli e, presso l’Accademia Stauffer di Cremona, tre anni con Salvatore Accardo. Ha seguito le lezioni di direzione d’orchestra di Piero Bellugi, Massimo De Bernart e Filippo Maria Bressan. Vincitore di numerosi concorsi violinistici (tra i quali nell’85 il “Curci” di Napoli e nell’86 la menzione speciale al “Paganini” di Genova per la migliore esecuzione della Ciaccona di Bach), ha iniziato giovanissimo un’intensa attività concertistica che lo ha portato a tenere più di mille recitals come solista nelle maggiori città italiane ed europee riscuotendo vivaci apprezzamenti sia da parte del pubblico che dalla critica specializzata che lo ha definito “… sicuramente una delle più interessanti realtà del violinismo italiano.” (Corriere della Sera, in occasione dell’esecuzione del concerto di Beethoven in Sala Verdi a Milano con l’orchestra Cantelli). Attivo anche in ambito cameristico, è stato il violino del “Trio Chagall” (con il violoncellista Luca Fiorentini, già primo violoncello al Teatro alla Scala, e il pianista Paolo Gilardi) con il quale, dopo il premio del XV Concorso Internazionale di Caltanissetta, ha inciso l’integrale dei trii di Shostakovic e Bloch, preparati sotto la guida di Mstislav Rostropovic presso il Teatro alla Scala di Milano ed eseguendoli con la partecipazione dello stesso Rostropovic. Dal 2012 al 2016 è stato il primo violino del “Quartetto d’archi di Torino”, con il quale ha svolto una intensa attività in tutta Europa. Degna di nota è stata l’esecuzione del quartetto per archi di Morton Feldman, opera nota per la sua complessità che, con le sue sei ore di durata senza interruzione, è considerata la composizione da camera più lunga della storia. Invitato come violino di spalla ospite da gran parte delle orchestre italiane (Scala, RAI e Angelicum di Milano, teatri dell’opera di Roma e di Torino, Comunale di Cagliari e Sassari, Orchestra sinfonica Marchigiana, della Svizzera italiana etc.), nel 1991, con il direttore Massimo De Bernart, ha fondato l’Orchestra Sinfonica di Savona dove ha operato ininterrottamente per quasi vent’anni come primo violino solista. Nel 2005 stato chiamato dalla London Symphony Orchestra per ricoprire il ruolo di primo violino di spalla nella produzione di un programma mozartiano senza direttore. Ha sempre dato grande importanza all’insegnamento e, dall’età di vent’anni, è stato docente nei Conservatori di Milano e Torino. Nel 1993 vince, con il punteggio d’esame più alto in Italia, l’unica edizione del concorso nazionale per esami per l’insegnamento nei Conservatori Statali di musica. Dopo aver insegnato per quasi quarant’anni nei conservatori di Milano, Torino, Sassari, Cuneo e Genova, è titolare di cattedra presso il Conservatorio “Franco Vittadini” di Pavia. Tiene regolarmente masterclasses per istituzioni private ed altri conservatori e molti suoi allievi sono vincitori di concorsi ed audizioni presso le maggiori orchestre italiane.Suona alternatamente un violino Pietro Guarneri II del 1730, un Carlo Antonio Testore del 1713 e uno splendido Stefano Scarampella del 1886.Nel 2015, al ritorno da una tournée in Turchia con il Quartetto di Torino, gli viene diagnosticata una rara forma di neuropatia che lo obbligherà a ridurre drasticamente la propria attività di violinista. Attivo anche come direttore d’orchestra, ha sempre curato anche la didattica delle formazioni orchestrali ottenendo specifici incarichi nei conservatori di Cuneo e Genova. Nel 2023 ha fondato a Genova l’Orchestra Paganini O.PA. con la quale svolge attualmente una gratificante attività concertistica come direttore.